MEDFILM FESTIVAL PRESENTA: FESTIVAL DEL CINEMA ITALIANO A ISTANBUL

MEDFILM FESTIVAL PRESENTA PUBBLICATO DA 25 Novembre 2008MEDFILM FESTIVAL XIV, TURCHIA

İSTANBUL İTALYAN FILM FESTIVALI I EDIZIONE
İSTANBUL MODERN SINEMA
29 NOVEMBRE — 7 DICEMBRE

MedFilm Festival porta a Istanbul 35 film italiani tra lungometraggi, corti e documentari, il meglio delle uscite 2008, tutti sottotitolati in turco e in inglese. Serra Yilmaz, madrina dell’evento, inaugurerà il festival.

Per un luogo di mezzo dai confini fluidi com’è il Mediterraneo, MedFilm Festival ha costruito uno spazio magico, raccogliendo e documentando in 14 anni di storia il dialogo fitto e a più voci che si leva dalle sue rive

Con questa frase Ginella Vocca, presidente e fondatore del MedFilm Festival, annuncia la prima edizione del Festival del Cinema Italiano a Istanbul.

Dal 2005 il MedFilm Festival, con il fondamentale supporto degli Istituti Italiani di Cultura di Istanbul e Ankara, promuove attività bilaterali di cooperazione e gemellaggio culturale con la Turchia attraverso rassegne ed eventi dedicati al cinema turco durante l’evento romano di novembre, e con rassegne di film italiani classici e contemporanei in Turchia (Istanbul, Ankara, Smirne).

UNO SGUARDO ALLE OPERE DEL FESTIVAL DI CINEMA ITALIANO IN TURCHIA

La rassegna presentata a Istanbul ha tutte le caratteristiche di un moderno grand tour nella penisola italiana; un viaggio che fotografa il nostro paese e che soprattutto propone una o più generazioni di autori che hanno saputo finalmente restituire identità, corpo e anima ai loro conterranei.

Lo sguardo dei veterani del cinema, rappresentati nella rassegna, bene si integra con la freschezza dei cineasti esordienti regalando al pubblico una panoramica completa su vizi, gioie, virtù e soprattutto paesaggi del bel Paese, raccontati in una chiave ironica e lieve, nel solco della tradizione di quella commedia che ha fatto la fortuna del nostro cinema.

Ad attrarre gli autori sono i malesseri, i punti di crisi di una società che sembra subire più che cavalcare i disagi del nostro tempo, e così accade in TUTTA LA VITA DAVANTI di Paolo Virzì, una tragicommedia che ben si accompagna a un’altra pellicola, GIORNI E NUVOLE di Silvio Soldini, che inquadra con tocco lieve, in una bellissima Genova, il dramma di una famiglia borghese travolta dalla crisi economica e dalla perdita delle vecchie certezze. Più indietro nel tempo torna invece la SIGNORINA EFFE della regista Wilma Labate che racconta una storia d’amore sullo sfondo delle lotte operaie e sociali nella Torino degli anni ottanta.

La voce comune che si solleva, quasi corale, dalle storie di questi film invoca una rinascita morale, chiede un rito a volte drammatico di purificazione, come nel sincero e ben fotografato COVER BOY di Carmine Amoroso, in cui il precariato è visto parallelamente da due giovani, un italiano e un rumeno, e ancora nel film UNO SU DUE di Eugenio Cappuccio, ritratto di un’Italia arrogante che vede cadere le sue certezze, mini epopea di un uomo in cerca di redenzione.

Sul solco della tradizione dei generi, ma con un intento di modernizzazione, si pongono poi alcuni autori, come il notissimo Carlo Verdone che, nel film IL MIO MIGLIOR NEMICO, affina le armi della commedia classica, affrontando un tema consueto come lo scontro generazionale risolvendolo in un road movie tragicomico che svela le debolezze di una certa Italia. Non manca poi il noir, con il film LA RAGAZZA DEL LAGO di Andrea Molaioli che innesta le raffinatezze di certe atmosfere alla Simenon nella realtà borghese del nord-est italiano, o ancora NOTTURNOBUS di Andrea Marengo, in cui il i toni del giallo si mitigano con quelli della commedia sentimentale.

Alla rinascita del cinema italiano, alla sua rinnovata vitalità contribuiscono tutti questi autori e quelli che con una certa audacia e originalità inventano stili inediti, tra questi si pongono sicuramente due autori: Marco Pontecorvo che, nel suo PA-RA-DA, con un taglio documentaristico e partendo dalla storia vera del clown Miloud alle prese con i bambini abbandonati di Bucarest, riesce a costruire una favola lirica vera e piena di speranza. Accanto a lui, ma in una direzione opposta, si pone il cinema poetico risolto in attese e paesaggi di Giorgio Diritti che con IL VENTO FA IL SUO GIRO ci trasporta tra i silenzi e il vento di una sperduta valle piemontese che vive lo spopolamento e la difficoltà di avvicinare lo straniero.

Anche i documentari selezionati per il festival testimoniano la grande effervescenza di un cinema che vuole varcare i confini nazionali e essere testimone di questo tempo, così se BIÙTIFUL CAUNTRI affonda drammaticamente nel quotidiano documentando la vita in quell’area del napoletano, stretta tra discariche fuori norma e un oceano di rifiuti tossici gettati della camorra, Debora Scaperrotta rivolge il suo sguardo oltre i confini italiani raccontando con CASA MIA le storie dei bambini di strada a Bucarest. Ci trascina in Africa con PINOCCHIO NERO il regista Angelo Loy, lo stesso autore che con il SILLABARIO AFRICANO da vita a un documentario partecipato fornendo agli adolescenti di strada di Nairobi capacità, strumenti e opportunità di espressione.

Più intimo lo sguardo di due giovanissime documentariste: Caterina Carone, con LE CHIAVI PER IL PARADISO, disegna un viaggio surreale alla ricerca di un nuovo modo di vivere attraverso la voce stravagante di tre anziani, mentre Ingrid Demetz, con COSÌ COME SONO, traduce in immagini il mondo interiore di un ragazzo autistico.

Insieme alla sezione Cortometraggi, che esplora le nuove tendenze e raccoglie gli autori emergenti del cinema italiano, il festival propone una rassegna completa dei video di Ursula Ferrara, la geniale e ironica artista del cinema d’animazione contemporaneo, che firma anche il vivace manifesto del festival.

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