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MEDFILM FESTIVAL

2017

LA VENTITREESIMA EDIZIONE DEL MEDFILM FESTIVAL SI È SVOLTA DAL 10 AL 18 NOVEMBRE A ROMA.

In programma 98 film, di cui 61 anteprime italiane, europee e internazionali, accompagnati da tanti prestigiosi ospiti. Ad aprire il festival, il film tunisino La bella e le bestie, della pluripremiata regista Kaouther Ben Hania che, con una messa in scena teatrale dai toni dark, racconta la questione delle donne nel mondo arabo, e non solo, attraverso la storia di una giovane studentessa che dovrà combattere per i propri diritti e la propria dignità.

Presenti nella sezione Amore e Psiche otto titoli, di cui cinque candidati ai premi Oscar per i rispettivi paesi di appartenenza: l’algerino Until the Birds Return di Karim Moussaoui, il palestinese Wajib di Annemarie Jacir, lo spagnolo Summer 1993 di Carla Simon, il marocchino Razzia di Nabil Ayouch ed il bosniaco Men Don’t Cry di Alen Drljević. Completano la selezione: il libanese Martyr di Mazen Khaled, il turco Inflame di Ceylan Özgün Özçelik ed il sopracitato La bella e le bestie.

Tante le novità di quest’edizione: “Ho girato un mondo” – I corti di Torno Subito, la nuova sezione competitiva che ha presentato 16 cortometraggi, in anteprima, realizzati da altrettanti vincitori del bando Torno Subito, il programma di interventi che finanzia progetti presentati da giovani universitari o laureati, articolati in percorsi integrati di alta formazione ed esperienze in ambito lavorativo, in contesti internazionali e nazionali; i MedMeetings, incontro volto a rinnovare gli accordi bilaterali tra Italia e Tunisia e a creare un fondo allo sviluppo; tra le Mostre, un’installazione di 15 artisti tunisini contemporanei curata dall’Ambasciata di Tunisia ed esposta al Museo MACRO, e “African Mothers” di Mimmo Frassineti, collezione di fotografie sul quartiere sorto all’ombra del Lacor Hospital, in Uganda, ospitata al Mercato rionale di Piazza Alessandria.

Immancabili le Letture dal Mediterraneo, con ben cinque appuntamenti letterari realizzati presso il Museo MACRO.

Il concorso Open Eyes, dedicato ai documentari, ha presentato dieci titoli, tra i quali spiccano il siriano Taste of Cement di Ziad Kalthoum, dove i profughi siriani lavorano da operai nei palazzi in costruzione di una rutilante Beirut, il libanese Panoptic della regista Rana Eid, lettera ad un padre sottoforma di viaggio sotterraneo nel rimosso di Beirut e l’italiano Babylonia mon amour di Pierpaolo Verdecchi che propone un ritratto discreto e toccante del quotidiano di una comunità di rifugiati senegalesi a Barcellona; l’austriaco Sand and Blood di Matthias Krepp e Angelika Spangel, composto interamente di materiale video pubblicato su internet, filmato da attivisti, combattenti e civili siriani ed iracheni, l’algerino Of Sheep and Men di Karim Sayad, potente documentario che tratteggia il rapporto complesso e viscerale che lega uomo, animale e natura; infine, dal Marocco, Crossing the Seventh Gate di Ali Essafi, intenso ritratto di Ahmed Bouanani, regista, poeta e scrittore che ha segnato la storia del cinema marocchino.

Il Concorso Internazionale Cortometraggi ha presentato una selezione di 20 corti, un’indagine del Mediterraneo oggi che utilizza sia il filtro della memoria storica sia l’avanguardia di uno sguardo sul presente. Tra i titoli in programma, le anteprime italiane della fiaba dark AniMal dei gemelli iraniani Bahman e Bahram Ark, l’ironico e toccante ritratto di famiglia Los Desheredados della spagnola Laura Ferrés, lo sconvolgente revenge movie Le Bonbon del tunisino Abdelhamid Bouchnak, il provocatorio collage minimalista –tra chitarre metal, animazioni ed Edith Piaf– Alazeef dei fratelli iracheno-americani Fady e Saif Alsaegh.

Due vetrine speciali sono state dedicate ai Paesi ospiti d’onore: Algeria e Tunisia. Diciotto titoli complessivi, quattro lungometraggi in anteprima italiana, una serie imperdibile di corti, per una carrellata che mostra i grandi cambiamenti politici e sociali che hanno attraversato i due Paesi negli ultimi decenni. Pellicole che non esitano ad affrontare temi scomodi, parlando delle contraddizioni del presente, scandagliando il carattere intimo dei due popoli e abbracciando il loro futuro.

La VI edizione dei Lux Film Days a Roma, evento all’insegna del grande cinema europeo contemporaneo, ha proiettato i tre film finalisti del Premio Lux 2017: Western di Valeska Grisebach, Sámi Blood di Amanda Kernell e 120 battiti al minuto di Robin Campillo, pellicola che ha chiuso questa edizione del MedFilm Festival.

Grande spazio al cinema italiano con la vetrina Le Perle, focus sul cinema indipendente nostrano e i suoi giovani autori. Tra i film in programma: Sinestesia – Cairo ’13 di Majed El Mahedy, in anteprima mondiale, e Un paese di Calabria di Shu Aiello e Caterina Catella.

Madrina d’eccezione Emma Bonino, Premio Koiné 2017, che nel suo intervento ha sottolineato i due capisaldi su cui si deve fondare il presente ed il futuro del Mediterraneo: “legalità e contaminazione delle culture” nella consapevolezza che il “Mediterraneo non è un mare che ci separa ma un piccolo lago che ci unisce”.

Il Premio alla Carriera è stato consegnato a Merzak Allouache che ha presentato il suo ultimo lavoro: Investigating Paradise, ed il Riconoscimento Speciale alla Carriera a Luigi Di Gianni.

L’edizione del MedFilm Festival prende il titolo di «Sguardi di donne» ed è dedicata alle donne registe, interpreti, autrici, protagoniste; rappresentate dallo sguardo di Medea, simbolo dell’universo naturalistico e culturale che ha contribuito in maniera decisiva, durante i secoli, a determinare la dimensione umana, filosofica, politica dell’essere umano di oggi.

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98 Film proiettati

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